Cecilia Gasdia
(PPD 2021)

intervista di Cristina Bicciocchi - foto Ennevifoto e Francesca Pradella

Cecilia Gasdia

Cecilia Gasdia è Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona. Dopo gli studi di canto e pianoforte, inizia la carriera vincendo il Concorso Internazionale RAI “Maria Callas” nel 1980 e debuttando come Luisa Miller di Verdi. Il lancio internazionale avviene nel 1982, quando sostituisce Montserrat Caballé alla Scala in Anna Bolena di Donizetti. Nel 1983 debutta come Liù in Turandot all’Arena di Verona dove, ancora studente, era stata per alcuni anni figurante e artista del coro. Nel 1984 è scelta da Kleiber e Zeffirelli come protagonista de La Traviata a Firenze e partecipa alla prima esecuzione de Il Viaggio a Reims di Rossini diretta da Abbado con regia di Ronconi. Interpreta sulla scena più di novanta ruoli collaborando con artisti quali Muti, Chailly, Prêtre, Gelmetti, Scimone, Russell, Pizzi, Ramey, Kraus, Pavarotti, Domingo, Bocelli, dedicandosi in particolare ai ruoli scritti da Rossini per la moglie Isabella Colbran, anche incisi in disco e premiati, e continuando contemporaneamente l’attività concertistica in oltre duemila recital, spesso in collaborazione con I solisti Veneti. Contaminando generi musicali diversi, collabora con artisti pop ed è ospite e giurata in varie competizioni canore e trasmissioni televisive nazionali, tra cui Ti lascio una canzone. Dal 2015 al 2020 è Direttore, quindi Presidente, del Polo Nazionale Artistico Verona Accademia per l’Opera. Dal gennaio 2018 è Direttore Artistico e Sovrintendente all’Arena di Verona, prima donna in tale ruolo nella storia della Fondazione.

Buongiorno dr.ssa Gasdia come prosegue la ripartenza post pandemia?

Buongiorno a lei. Premesso che non siamo ancora del tutto al di fuori di questa pandemia, ma confidiamo continui ad essere gestibile, le confesso che non amo troppo il termine “ripartenza”. Lo sconvolgimento è stato tanto grande che affrontarlo ha richiesto uno sforzo congiunto, i cui esiti direi molto positivo, quale mai ci era capitato. Allo stesso modo, “ripartire” sottintende un po’ la ripresa della direzione e dei ritmi di prima. Ma sappiamo tutti che questo non basta. Ci è stata richiesta una vera e propria “rinascita”.

Cosa siete riusciti a mettere in cantiere nel cartellone degli spettacoli in Arena, visto l’aggravante dello scoppio della guerra in Ucraina?

In un momento geopolitico delicato, quello che sento e auspico da Sovrintendente, da artista e da persona, è quello di non alzare ulteriori barriere che separino i popoli. La musica di Ciajkovskij, così come le pagine di Dostoevskij, sono manifestazioni di bellezza e patrimonio di tutti, quanto la nostra Opera lirica, e come tali fortunatamente resistenti ad ogni abuso o limitazione. Il compito di chi lavora in questo settore, da sempre implicito, è quello di creare ponti. Nel 99° Arena di Verona Opera Festival saliranno sullo stesso palcoscenico artisti russi e ucraini, come da tutto il resto del mondo. La Bellezza unisce laddove il mondo divide.

Già negli anni precedenti siete stati molto bravi a gestire l’emergenza; quest’anno vi state superando con notevole maestria e tutto questo grazie alle sue scelte operative e al suo staff.

Sono ormai giunta all’ultima estate del mio mandato: alla nomina nel 2018, il teatro stava ancora affrontando i tagli del precedente piano di risanamento ministeriale: passata brillantemente quell’emergenza, è piombata la pandemia su tutti, con effetti immediati anche sul mondo dello spettacolo. Quello del 2022 è un Festival con grandi allestimenti areniani, cast di primo piano e piena capienza ma, come accennavo prima, significa molto di più di un semplice ritorno alla normalità pre-2020. Non abbiamo dimenticato nulla. Insieme a tutti i lavoratori di Fondazione Arena, che infinitamente ringrazio per l’enorme lavoro, e ai mecenati delle 67 colonne abbiamo dimostrato come l’intera società civile possa stringersi intorno al proprio teatro-simbolo e trovare soluzioni a problemi non solo imprevisti ma fino a poco tempo fa inimmaginabili.

Come Fondazione Arena di Verona avrete avuto i ristori dallo Stato, ma sappiamo quanto siano importanti per sostenere i costi di gestione del più grande teatro storico all’aperto, gli sponsor, le collaborazioni e soprattutto il pubblico pagante...

Fondazione Arena di Verona riceve, come tutte le fondazioni lirico-sinfoniche, un importante contributo dal Fondo Unico per lo Spettacolo. Tuttavia, più di tutte le altre, si è sempre sostenuta con i ricavi di biglietteria: grandi spettacoli comportano grandi spese: pensi che durante il Festival i circa 200 stabili diventano oltre 1.200 lavoratori in ogni ambito e settore. Solo di IVA sui biglietti, Fondazione Arena “restituisce” allo Stato molto più di quanto riceve attraverso il FUS ministeriale. L’ultimo anno inoltre ci ha legato come mai avvenuto prima agli imprenditori, ai mecenati, agli ordini professionali e ai singoli cittadini che hanno voluto donare quanto potevano al Teatro che hanno finalmente ricominciato a sentire come proprio. Segnalo che l’iniziativa 67 colonne per l’Arena di Verona ha appena vinto il premio del MiC come miglior iniziativa Art Bonus 2021.


In attesa di avere di nuovo le grandi scenografie, ci raccontava anche a Profilo Donna di come avete sfruttato al meglio la tecnologia...

L’anno scorso abbiamo ripreso la numerazione progressiva dei Festival dopo l’interruzione del 2020 ma non potevamo, anche solo per le misure sanitarie vigenti e la limitata capienza, riproporre in una versione ridotta gli allestimenti tradizionali. Abbiamo quindi creato nuove regie e nuovi allestimenti (6 in totale: mai successo prima), con l’aiuto di led-wall ad integrazione delle scenografie. Ne abbiamo fatto una vetrina per le Bellezze d’Italia, collaborando con 11 fra le più prestigiose realtà museali, archeologiche e paesaggistiche d’Italia (dal Museo Egizio di Torino alla Valle dei Templi, dal MEIS ai Musei Vaticani, dagli Uffizi a Paestum e Pompei: le loro immagini sono diventate parte integrante della drammaturgia delle proiezioni video in ogni opera. E di comune accordo con le Soprintendenze regionali, ogni sera il pubblico ha potuto vedere una selezione di bellezze di Verona e del Veneto.
Ora inizia il Festival numero 99, che assomiglia decisamente di più al volto areniano quale lo ricordavamo. È un trampolino verso l’edizione numero 100, nel 2023.

Lei che è stata un grande e famoso soprano, come vede il futuro dell’opera lirica?

Sono forse meno pessimista di molti colleghi ed esperti: l’Opera, come l’Arena, ha ancora una vita lunga. Certo si può fare di più per far conoscere questo tesoro così visibile e fruibile ma per molti ancora nascosto, per esempio sin da bambini, sin dalla scuola, dove l’educazione musicale è ancora troppo poco presente e soprattutto abbastanza lontana da quell’esperienza ludica ed emozionante che in realtà è. L’Opera è di tutti, a portata di tutti, la Musica e il Teatro sono linguaggi universali: dobbiamo solo ricordare alle nuove generazioni che questo tesoro esiste ed è accessibile. Quando lo incontreranno, sarà nuova vita per loro e per l’Opera.

Per finire la nostra chiacchierata ci farebbe piacere avere qualche anticipazione degli spettacoli in cartellone questa estate...

Il 99° Arena di Verona Opera Festival 2022 si apre con una doppia inaugurazione, il 17 giugno con Carmen di Bizet e Aida di Verdi il giorno dopo: i titoli più amati nella storia dell’Arena, iniziata oltre un secolo fa. Carmen sarà una nuova produzione mai vista che unisce quella originaria del ’95, esordio areniano di Franco Zeffirelli, alle sue successive modifiche, con l’integrazione di elementi che aveva progettato ma a cui dovette rinunciare per necessità tecniche. Aida, così come la spettacolare Traviata, suo ultimo lavoro, e la Turandot da fiaba porteranno la sua inconfondibile firma. In cartellone fino al 4 settembre, per un totale di 46 serate, ci sono anche Nabucco, in uno spettacolo kolossal che evoca la nostra storia e il grande cinema, e tre gala speciali: Roberto Bolle and Friends, i Carmina Burana e la Domingo in Verdi Opera Night, serata in forma scenica con un nuovo debutto nella carriera leggendaria di Plácido. E tanti debutti, fra giovani di talento e stelle per la prima volta in Italia, e grandissimi artisti che fanno un atteso ritorno all’Arena, che sentono come casa. Ogni sera sarà una prima, per la bellezza dello spettacolo e il prestigio degli interpreti.

Grazie per la disponibilità e buon lavoro!

Grazie a lei e a tutte le lettrici e i lettori: vi aspetto in Arena!

 

 
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